La corte d’appello di Palermo ha confermato la condanna a 14 anni per Andrea Bonafede, il geometra di Campobello di Mazara, nipote del boss Leonardo Bonafede, che ha prestato l’identità a Matteo Messina Denaro prolungando la sua latitanza fino al giorno della cattura, avvenuta il 16 gennaio 2023 a Palermo.
Nella clinica La Maddalena, dove venne arrestato, il capomafia era in cura per via di un tumore che poi lo condusse alle morte, avvenuta nel supercarcere dell’Aquila il 25 settembre di due anni fa: anche nella casa di cura il latitante utilizzava l’identità di Andrea Bonafede, nato nel 1963 e dunque di età vicina alla sua, visto che Messina Denaro era del 1962.
Bonafede, che ha scelto l’abbreviato, quindi ha potuto contare sullo sconto di un terzo della pena, era accusato di associazione mafiosa. L’accusa in primo grado era rappresentata dai pm Piero Padova e Gianluca De Leo.
Fonte: Gds.it