Quale futuro per Mazara: una domanda che dobbiamo porci, anche se scomoda e la cui risposta non si può sintetizzare in uno slogan, in una battuta, in un video di dubbio gusto postato in un momento doloroso per la Città, in una targa di bronzo incastonata a futura memoria in un’opera pubblica e simbolo di arrogante supponenza.
Dobbiamo andare oltre questi risibili episodi che distraggono, dobbiamo chiederci, semmai, se la Classe Dirigente di Mazara nel suo complesso sia pronta a “cavalcare” il futuro, ad accettare e, soprattutto, vincere la sfida con un mondo che cambia con una velocità angosciante.
Mazara ha sicuramente una potenzialità notevole e tale da poter sviluppare in modo innovativo sia i comparti tradizionali (Agricoltura e Pesca) che nuove frontiere economiche e culturali.
Le prospettive di crescita sono sempre state il nucleo centrale dei programmi elettorali, elaborati con creatività encomiabile e con sorprendente velocità dimenticati, quando si amministra.
Faremo qualche esempio di possibili iniziative al di fuori dei comparti tradizionali (comparti che l’Amministrazione persegue con alterne fortune), dando credito alla dichiarazione del Sindaco di essere pronto a recepire i contributi di tutti nell’esercizio del suo mandato.
Affronteremo il tema dello sviluppo della Città in più puntate, magari cogliendo spunti che i mazaresi (e non solo) volessero suggerire.
- Partiamo dalla “Cultura”. Mazara ha un simbolo che il mare ci ha regalato: IL SATIRO DANZANTE.
Perché non legare ad esso più iniziative aperte ai popoli del Mediterraneo (siamo crogiolo di tolleranza e interculturalità, siamo per vocazione Città per la Pace, siamo gli eredi di Blue Sea Land), a partire proprio da un Festival di Danza, declinata sia nelle tradizioni mediterranee che nelle sperimentazioni moderne?
Abbiamo in città talenti che hanno portato in tutta Europa le suggestioni di questa arte e possono essere protagonisti dell’iniziativa; possiamo catturare sponsorizzazioni consistenti dalle Multinazionali che debbono ancora risarcire la Città per la loro presenza ingombrante e pericolosa: potrebbero legare il loro marchio alla Cultura di rilevanza internazionale e attenuare così la loro immagine offuscata da eccessiva “arroganza” verso i Territori in cui operano nel mondo. Sulla base di questa iniziativa si possono sviluppare altri filoni (ad es. dalla letteratura tematica al cinema d’autore) che in pochi anni ci porrebbero in una dimensione di attrazione per un turismo forse di nicchia, ma che supporterebbe la visibilità di Mazara nel mondo e non solo in territori ristretti, come avviene per le sagre e per i raduni tematici.
Anche queste manifestazioni “popolari” hanno diritto di esistere, ma non possono essere la sola offerta al turista e dovrebbero diventare “Feste” di quartiere, ciascuna con una sua identità. Non possiamo limitarci alla celebrazione del Pane e della Pasta.
Abbiamo intellettuali mazaresi sparsi per il mondo che hanno le capacità per gestire questo cambiamento di paradigma.
- Il Territorio, ricchezza ancora fruibile e base di un modello di vita “slow”.
Modello per chi vuole lavorare e vivere in un ambiente che accoglie, in una dimensione più umana, antidoto ad una vita lavorativa di stress: il modello emergente dal mondo giovanile, attrazione per i vagabondi del lavoro, che se ne vanno in giro con il loro PC, pronti a “piantare le tende” dove trovano accoglienza e conforto.
Mazara offre la possibilità di un tempo libero immerso nella Natura ancora incontaminata, nonostante gli sforzi che abbiamo fatto negli ultimi 50 anni per degradarla. Dobbiamo lavorare per recuperare almeno in parte i guasti prodotti.
Solo due esempi di eccellenze della Natura che conosciamo tutti e che, se correttamente valorizzati, possono esser base forte perché Mazara diventi città su cui fissare la propria dimora sia per i giovani e anche per le persone mature, che vogliono godersi la meritata pensione in un luogo dal clima temperato e accogliente.
– La Riserva naturale Gorghi Tondi, gestita dal WWF e da volontari consapevoli ed entusiasti: può diventare attrazione importante, magari supportata da una pista ciclabile che sia essa stessa parte del percorso alla scoperta del Territorio. Forse più utile di quella opinabile pista che provoca inconvenienti alla circolazione (a proposito, è stata poi collaudata? Ma è collaudabile?)
– Valorizzazione dell’Oasi di Capo Feto e della Valle del Mazaro.
Capo Feto, unico per biodiversità, per spiagge che ricordano i Caraibi, per il silenzio delle notti e per lo stridio dei gabbiani di giorno. Certo, ce la stiamo mettendo tutta, dopo i guasti dell’edilizia selvaggia degli anni ’70, per aggiungere degrado al degrado, sommergendo la zona di rifiuti di ogni genere, consentendo la libera circolazione di veicoli solo per permettere il kitesurf incontrollato, rinunciando al contrasto di comportamenti incivili (basta girarsi dall’altro lato e dire che se si pagassero le tasse….) e non incalzando la SNAM che probabilmente ha danneggiato tutto il litorale (che fine ha fatto il dossier Hopps?) e magari ringraziandola nel 2018 a Londra per l’elargizione miserabile di 20.000 €/anno.
– Valle del Mazaro, stranamente poco conosciuta, una volta luogo di scampagnate memorabili a Miragliano, ricca di reperti preistorici (Roccazzo) la cui scoperta dobbiamo alla passione del compianto Sebastiano Tusa, reperti che rischiano di scomparire, triturati da virtuosi agricoltori che stanno distruggendo le sciare con metodica ignoranza del divieto di manometterlo (Sito di Interesse Comunitario) e assediati da tanti monumenti all’ambiente: le pale eoliche che salvaguardano l’ambiente manomettendolo in modo irreparabile, un ossimoro di grande attualità.
Mazaro della contrada Archi, resti di un acquedotto che portava già nel ‘600 acqua limpida e incontaminata alla città. Ci siamo modernizzati: adesso abbiamo l’acqua ai nitrati.
A proposito, abbiamo un report dei risultati dell’impianto di denitrificazione e del trattamento degli eluati connessi al suo funzionamento, così come insistentemente chiesto da una benemerita associazione? Giusto per la trasparenza, sigla indiscutibile del Sindaco.
Mazaro della parte più a monte del suo percorso, a carattere torrentizio negli scorsi millenni, sedi di grandi massi levigati di granito e di canion scavati nella calcarenite.
Anche per questo percorso, che potrebbe essere supportato da piste ciclabili e/o pedonali, abbiamo cittadini illustri che conoscono palmo a palmo il fiume e la sua lunga storia, a cui hanno dedicato la loro esistenza anche professionale.
Mazaresi consapevoli e di valore ce ne sono tanti e dovrebbero essere una forza aggiunta per l’Amministrazione, che invece sembra allontanarli. Sensazione errata? Lo dimostrino nei fatti, in modo da far definitivamente dimenticare lo scivolone del 10 giugno 2024.
I temi dei prossimi appuntamenti
- SERVIZI DA FAR FUNZIONARE, PRESUPPOSTO DI QUALUNQUE MODELLO DI SVILUPPO
- IL NOSTRO MARE: RICCHEZZA DA RIPENSARE
- INTERVENTI PER UNA MOBILITA’ SOSTENIBILE
- GIOVANI: COME DARE LORO OPPORTUNITA’ DI LAVORO
- Il “BRAND MAZARA”: DAL GRAN GALA’ DEL GAMBERO ROSSO DI MAZARA, AL PREMIO INTERCULTURALE DELLA PACE, AL PREMIO INTERNAZIONALE PESCHERECCIO D’ORO, ALLA KASBAH COME CONTENITORE MULTICULTURALE E MULTI ETNICO
- I MAZARESI NEL MONDO, PATRIMONIO IMMATERIALE DELLA CITTA’
Vincenzo Caracci Montalbano