“Una gestione vergognosa, caratterizzata da bugie e ritardi. I referti istologici a Trapani hanno subito tempi inaccettabili e solo oggi il Ministero ha avviato un’ispezione.” Con queste parole l’onorevole Giorgio Mulè, vicepresidente della Camera dei Deputati, ha commentato l’arrivo degli ispettori ministeriali all’ospedale Sant’Antonio Abate di Trapani, dopo lo scandalo sulle lunghe attese per le diagnosi.
Intervistato in diretta a Il Volatore di Rmc 101, Mulè aveva sollevato la questione con due interrogazioni parlamentari, il 15 gennaio e il 12 febbraio, ma le risposte fornite dall’ASP di Trapani al Ministero avevano inizialmente rassicurato sulla risoluzione del problema. Tuttavia, i numeri forniti si sono rivelati incompleti e fuorvianti. “A febbraio l’ASP parlava di 244 casi in via di risoluzione, ma il 5 marzo emergeva che erano ben 3.308. Un’enorme discrepanza che ha reso necessaria un’ispezione ministeriale,” ha spiegato Mulè.
Un altro punto critico riguarda la carenza di personale nel reparto di anatomia patologica di Trapani. L’ASP aveva giustificato i ritardi con la mancanza di medici, sostenendo di aver dovuto esternalizzare gli esami. Tuttavia, Mulè ha evidenziato un’incongruenza: “Se c’era una tale emergenza di personale, perché lo stesso reparto ha sottoscritto due convenzioni con le ASP di Caltanissetta e Agrigento per eseguire 48.000 esami legati al cervicocarcinoma e al pap test?”.
Sul ruolo del direttore generale dell’ASP di Trapani, Ferdinando Croce, Mulè ha dichiarato di non conoscerlo personalmente, ma ha ricordato che il presidente della Regione, Renato Schifani, ha già preso una posizione netta. “Se le ispezioni confermeranno le gravi inadempienze, sarà inevitabile che Croce faccia un passo indietro. E se non lo farà, Schifani prenderà le decisioni necessarie.”
L’onorevole ha concluso con parole dure: “Mi vergogno profondamente per questa vicenda. Si è giocato con la vita delle persone. Chi ha sbagliato deve assumersi la responsabilità e pagare le conseguenze”.
Fonte: Tp24.it